6. GIUDIZIO CAMPANOLOGICO E CRITERI DI VALUTAZIONE DELLE CAMPANE

Matteo Padovani
 



La campana “Augustinusglocke” dell’abbazia Muri – Gries di Bolzano,
fusa nel 1895 da Carlo Chiappani di Trento
Nota nominale: LAb2 Ø bocca: mm 2009 Peso bronzo: kg 5026

 

 

Introduzione

Il GIUDIZIO CAMPANOLOGICO consiste in una valutazione di una campana o di un complesso campanario, effettuata in conformità ai principi della scienza campanologica.
Esso costituisce, di fatto, una Certificazione di qualità delle campane, e normalmente viene elaborato per campane in esercizio su torre; nel caso invece si debba giudicare una campana nuova, si elabora un ATTO DI COLLAUDO, il quale prevede una valutazione sulla campana finita ma non ancora messa in opera, solitamente in fonderia.

L’elaborazione di un giudizio, come abbiamo detto, deve avvenire in conformità ai principi della scienza campanologica, scienza evolutasi nei secoli grazie al continuo contributo di fonditori ed esperti, e che oggi mette a disposizione metodi e strumenti di valutazione molto precisi ed avanzati. Il giudizio campanologico, data la sua valenza scientifica, valuta la qualità delle campane in modo realistico ed oggettivo, a differenza di un parere di tipo sommario nel quale prevalgono impressioni derivanti da ascolti non ragionati del suono. La valutazione scientifica, tuttavia, non ha la pretesa di investire la totalità di un giudizio campanologico: sia pur in piccola parte, infatti, è necessario considerare i fattori umani quali la soggettività e l’emozionalità di ascolto, fattori che hanno il loro peso all’interno di ogni valutazione e che possono avviare interessanti dibattiti e confronti fra campanologi. Sottoscrivendo quanto affermato da alcuni esperti di fama mitteleuropea, ritengo che, sul valore complessivo del giudizio, il peso del giudizio oggettivo possa essere quantificabile attorno all’80%, mentre un restante 20% possa essere lasciato al giudizio soggettivo e alla libera interpretazione dell’ascoltatore.
 

Le metodologie di analisi scientifica e di giudizio, per poter essere efficacemente applicate, richiedono anni di esperienza, confronto, aggiornamento, una prepa-razione teorica appropriata ed un orecchio musicale costantemente allenato. E’ fondamentale, ai fini della massima attendibilità del giudizio, che l’elaborazione avvenga ad opera di esperti campanologi di provata affidabilità. I campanologi, oltre alla necessaria competenza tecnico musicale, devono anche possedere una maturità tale da consentire loro di distinguere l’oggettività scientifica di giudizio dall’emozionalità d’ascolto, e di superare i vincoli preferenziali dovuti a legami affettivi per determinate campane o fonditori.

Laion / Lajen (BZ),

Parrocchiale SS. Stefano e Lorenzo campana

DO3, Ø mm 1563, kg 2500

1726 Josef Grassmayr, Bressanone

 

1. IL CONTESTO DI VALUTAZIONE

Il giudizio campanologico richiede innanzitutto che venga stabilito con una certa rigorosità il CONTESTO DI VALUTAZIONE. Le campane non possono essere tutte giudicate allo stesso modo, dato che la produzione campanaria è estremamente diversificata e vi è un ampio ventaglio di variabili che devono essere prese in considerazione. Il valore oggettivo delle campane è dato non solo dall’applicazione di regole universali di giudizio, ma anche da considerazioni relative al contesto specifico di collocazione.

I progressi avvenuti storicamente nell’ambito della teoria musicale, le ricerche e le sperimentazioni attuate dai fonditori, e le crescenti esigenze da parte dei committenti, hanno portato nei secoli ad una continua evoluzione della forma della campana. (Documenti di Campanologia II. EPOCA STORICA DI FUSIONE E FORMA DELLA CAMPANA). Le diverse forme, così come i diversi periodi storici, presentano campane più o meno accomunate da determinate caratteristiche.

La Campana Ideale è una convenzione che identifica la precisione della struttura tonale in termini di altezza dei toni parziali, nel rispetto degli intervalli di tono (Documenti di Campanologia I. ACUSTICA DELLA CAMPANA E ANALISI TONALE).
Il concetto di Campana Ideale ha costituito un modello per i fonditori di campane, almeno a partire dall’epoca medioevale quando la struttura tonale ha iniziato ad essere oggetto di studi specifici; i risultati ottenuti, tuttavia, sono quasi sempre stati conformi alle conoscenze e alle capacità maturate dai fonditori stessi.
Le migliori campane moderne, nelle quali la perfezione tonale raggiunge livelli notevoli di precisione, costituiscono in un certo senso la somma evolutiva dell’arte fusoria lungo i secoli. Gli attuali metodi scientifici di giudizio ufficializzati dalle Convenzioni di Limburg del 1951, o Direttive Limburghesi (Limburger Richtlinien) sono stati elaborati in funzione della precisione tonale e dell’espressività che dovrebbe contraddistinguere ogni campana moderna di buona qualità (Documenti di Campanologia VI. IL CONVEGNO DI LIMBURG E LE NORMATIVE CAMPANOLOGICHE MITTELEUROPEE).
Tali normative, che vengono applicate integralmente alle campane moderne, possono però essere adottate solo parzialmente per le campane del passato, poiché è necessario tenere conto delle specifiche caratteristiche che contraddistinguono la produzione campanaria di ogni epoca, e le metodologie di giudizio devono quindi rapportarsi al periodo storico di appartenenza della campana considerata. A tal proposito, è emblematico l’esempio della celeberrima campana “Gloriosa” del Duomo di Erfurt in Germania, realizzata nel 1497 dal massimo fonditore rinascimentale per eccellenza, Gherardus Van Wou. Secondo alcuni esperti, se una campana avente caratteristiche similari alla Gloriosa venisse fusa oggi, e dovessimo poi valutarne i difetti di altezza presenti nei toni parziali applicando in modo rigoroso i parametri delle moderne Convenzioni di Limburg, la campana correrebbe il rischio di non essere accettata dalla committenza… Eppure, si tratta di un capolavoro inimitabile per l’espressività del suono e per l’emozionalità che è in grado di trasmettere! L’esempio della “Gloriosa” non è unico, in quanto vi sono molte altre campane antiche (dalla forma Alto – Gotica in avanti) le quali, pur essendo contraddistinte da una precisione tonale inferiore rispetto alle campane moderne, non hanno nulla da invidiare a queste ultime in termini di estetica ed esemplarità sonora.

In conclusione, per poter giudicare in modo serio ed attendibile le campane storiche, si deve operare soppesando in modo equo le metodologie moderne di giudizio ed analisi con le caratteristiche specifiche dell’epoca considerata. Se una campana antica, sottoposta ad analisi del suono, risulta vicina alla perfezione tonale modernamente intesa, può indubbiamente risultare avvantaggiata rispetto ad un’altra campana meno perfetta, ma tale vantaggio non deve costituire un criterio univoco di valutazione.
 

Erfurt , Duomo S. Maria, campana “Gloriosa”
MI2, Ø mm 2570, kg 11367
anno 1497 Gherardus Van Wou

in alto: immagine della Madonna
con Gesù Bambino

La contestualizzazione storica delle campane richiede indagini accurate non solo per quanto riguarda l’epoca di appartenenza, ma anche nella ricostruzione delle vicende che hanno caratterizzato l’esistenza delle campane stesse. Nella stesura di un giudizio campanologico, quindi, è opportuno che la parte tecnico – scientifica venga preceduta da una relazione storica.

Il giudizio campanologico richiede inoltre, nella parte iniziale, la presentazione delle campane attraverso una tabella tecnica con i dati delle rilevazioni effettuate (Documenti di Campanologia V. MISURAZIONI TECNICHE ED ELABORAZIONI MATEMATICHE).

Nell’ambito del contesto di valutazione, oltre all’epoca storica, è necessario individuare la tipologia di sagoma, poiché ogni tipologia presenta proprie caratteristiche tecniche, fisiche e musicali, ed è necessario tenerne opportunamente conto in fase di giudizio (Documenti di Campanologia III. TIPOLOGIA DI SAGOMA).

L’espressività delle campane deve essere attentamente valutata anche in funzione dei diversi fattori di condizionamento della resa, ovvero delle caratteristiche del sistema di montaggio, e delle condizioni ambientali dovute per esempio alla risonanza offerta dalla cella campanaria. Chi giudica deve essere non solo un perfetto conoscitore dei vari sistemi di montaggio e delle rispettive peculiarità, ma deve anche saper distinguere il valore reale delle campane rispetto alle cause esterne in grado di condizionare il suono. Nella stesura del giudizio campanologico quindi, oltre alla valutazione delle caratteristiche oggettive del vaso sonoro, dovranno essere evidenziati i fattori specifici in grado di influenzare – in modo più o meno favorevole – la resa acustica (Documenti di Campanologia IV. FATTORI DI CONDIZIONAMENTO DELLA RESA ACUSTICA DELLE CAMPANE).
 

-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

2. GIUDIZIO DI QUALITA’ SULLA CAMPANA SINGOLA

Il Giudizio di qualità sulla campana singola consiste essenzialmente nello studio delle caratteristiche del suono e nella valutazione dell’espressività e della resa. Il giudizio si articola nel modo seguente:

 

-- Nota di battuta
-- Struttura tonale e sviluppo del suono

NOTA DI BATTUTA

Per Nota di Battuta si intende la Nota Nominale o Nota Fondamentale, localizzata sul bordo di percussione, comunemente identificata con il colpo di percussione provocato dal battaglio (Documenti di Campanologia I. ACUSTICA DELLA CAMPANA E ANALISI TONALE).
La Nota di battuta, che come sappiamo è un effetto transitorio della durata di pochi istanti, deve essere valutata in base alla definizione e alla purezza del rintocco, e alla facilità con cui può esserne stabilita, in modo inequivocabile, l’altezza musicale. L’eventuale presenza di altri suoni – sotto forma di toni parziali o misti – che si manifestano contemporaneamente alla battuta causando impurità e disturbi, costituisce un elemento di penalizzazione del giudizio.
La Nota di battuta, dal momento che viene originata nell’istante della percussione, è quella più fortemente influenzata dal battaglio, con modalità variabili in funzione del sistema di montaggio, della precisione del punto di percussione, e del materiale di costituzione del battaglio stesso. Nella formulazione del giudizio sulla Nota di battuta, oltre alle analisi di tipo oggettivo sulla purezza e sulla leggibilità, è necessario valutare con molta attenzione il condizionamento esercitato dal battaglio sulla resa della percussione (Documenti di Campanologia IV. FATTORI DI CONDIZIONAMENTO DELLA RESA ACUSTICA DELLE CAMPANE).

STRUTTURA TONALE E SVILUPPO DEL SUONO

La composizione della struttura tonale della campana viene individuata mediante l’analisi del suono, con la rilevazione dell’altezza musicale di ogni singolo tono e la determinazione degli intervalli rispetto alla nota nominale (Documenti di Campanologia I. ACUSTICA DELLA CAMPANA E ANALISI TONALE).
In una campana moderna la composizione tonale viene valutata applicando le Direttive Limburghesi del 1951, le quali stabiliscono i parametri numerici di riferimento. Tali parametri non sono invece del tutto applicabili alle campane del passato, anche se un buon equilibrio tonale costituisce in ogni caso un fattore di merito, tanto più elevato quanto più antica è la campana oggetto di giudizio.
Il giudizio di qualità, oltre alle analisi sulle altezze tonali, deve necessariamente considerare lo Sviluppo del suono, ovvero il comportamento complessivo della campana nella fase successiva alla percussione.
Le Direttive Limburghesi così definiscono il concetto di Sviluppo del suono per una campana di buona qualità: presenza di buone proporzioni nella risonanza ed evidenza dei toni parziali principali; tale concetto – anche se inserito all’interno di normative elaborate specificatamente per le campane moderne – è da ritenersi valido per le campane di qualunque epoca storica.
Le medesime direttive definiscono inoltre il concetto di Risonanza decrescente, concetto che identifica il momento transitorio di estinzione del suono, successivo alla percussione, che termina con il raggiungimento dello stato di quiete.

Nella campana di buona qualità, i cosiddetti Toni Parziali Forti (PRIMA, TERZA, OTTAVA INFERIORE) devono presentare una Risonanza Decrescente lunga, equilibrata ed uniforme, con una diminuzione di intensità costante, proporzionata e priva di salti.
Una risonanza decrescente di tipo oscillante, ovvero con presenza di battimenti, viene valutata in funzione dell’influenza esercitata dai battimenti medesimi sulla sonorità complessiva della campana. I battimenti, isolabili percuotendo il vaso sonoro in stato di quiete, non devono – nella campana di buona qualità – causare influssi negativi né sul suono a campana ferma né sul suono dinamico.
In linea di massima, possiamo dire che i battimenti con periodo breve o molto breve risultano più accettabili all’ascolto potendo talvolta contribuire positivamente alla caratterizzazione del suono nel suo complesso; al contrario i battimenti con periodo lungo sono meno accettabili e danneggiano il suono più facilmente.

CLASSIFICAZIONE DI QUALITA’

Il giudizio campanologico, quanto più risulta articolato ed approfondito, tanto più testimonia l’accuratezza impiegata in fase di analisi e di elaborazione da parte dell’esperto campanologo. Ogni singola campana, oltre all’analisi tonale di tipo numerico, deve essere giudicata con un appropriato commento giustificativo.
La Classificazione di qualità è invece un’espressione sintetica con cui si assegna a ciascuna campana un giudizio sotto forma di categoria; tale classificazione, anche se non può sostituire del tutto un giudizio in forma estesa, costituisce un metodo sintetico e immediato di presentazione qualitativa.

La Classificazione di qualità che adottiamo riprende quella già messa efficacemente in pratica da alcuni colleghi campanologi austriaci:

Categoria
Caratteristiche generiche di attribuzione e di giudizio
Ia
Campana eccellente e superiore, contraddistinta da un’espressività sonora ottimale, da una personalità marcata ed esemplare, e da una notevole estetica sonora.
Suono chiaro e ripieno; struttura tonale corretta, equilibrata e leggibile (rispetto delle Convenzioni di Limburg per le campane moderne).
La campana, oltre all’esemplarità sonora in senso assoluto, è anche contraddistinta dalla rarità nell’ambito territoriale di collocazione.
I
Campana buona, di elevata espressività, gradevole all’ascolto.
Suono chiaro e ripieno; struttura tonale corretta, equilibrata e leggibile (rispetto delle Convenzioni di Limburg per le campane moderne).
II
Campana discreta, di espressività accettabile.
Struttura tonale abbastanza corretta e leggibile, con imprecisioni presenti ma non troppo evidenti.
III
Campana mediocre, di espressività limitata.
Struttura tonale difettosa con imprecisioni abbastanza evidenti.
VI
Campana scadente, suono sgradevole.
Struttura tonale gravemente difettosa con imprecisioni molto evidenti.

Nella classificazione per categorie possono inoltre essere utilizzati i seguenti simboli intermedi di valutazione:
I+, I–, II+, II–, I/II, II/III, III/IV

-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

3. GIUDIZIO DI QUALITA’ SUL CONCERTO DI CAMPANE

Con il termine CONCERTO DI CAMPANE si intende un gruppo di campane musicalmente accordato. I progressi avvenuti nei secoli nell’ambito della teoria musicale, le capacità acquisite dai fonditori, le esigenze dei committenti, e lo sviluppo dei sistemi di montaggio e di suono, hanno favorito un’evoluzione del modo di concepire una campana, che da semplice mezzo di richiamo è divenuta a tutti gli effetti uno strumento musicale (Documenti di Campanologia I. ACUSTICA DELLA CAMPANA E ANALISI TONALE). L’accordatura delle campane si basa su regole specifiche non solo per la struttura tonale della campana singola, ma anche quanto riguarda i legami musicali fra più campane facenti parte di un medesimo assieme.

Il giudizio sull’accordatura viene attribuito in base ai seguenti aspetti:

 

-- Accordatura nominale
-- Uniformità timbrica

ACCORDATURA NOMINALE

L’Accordatura Nominale si basa essenzialmente sulla frequenza della nota musicale Nominale di ogni singola campana, e la sua valutazione viene effettuata in riferimento al sistema temperato.
Come già per il giudizio sulla campana singola, anche i concerti richiedono metodi di valutazione conformi all’epoca storica: ad un concerto di campane moderno è richiesta una precisione musicale più rigorosa rispetto ad un concerto più antico. Le diverse tradizioni di suono hanno generato nel tempo esigenze differenziate per quanto riguarda la precisione dell’accordatura, esigenze storicamente superiori in quegli ambiti culturali in cui con le campane viene eseguita musica (carillons e sistemi di suono a rotazione completa).
La valutazione sullo stato di fatto dell’accordatura, frutto di analisi accurate, ha valenza oggettiva in quanto si basa sulla constatazione delle altezze musicali effettivamente rilevate; tale valenza oggettiva sussiste indipendentemente dalla storicità delle campane e dalla tradizione di suono.

Tassullo (TN)
Chiesa parrocchiale di
S. Maria Assunta

Campana SOLb3,
Ø mm 1094, kg 800
anno 1790 Bartolomeo Chiappani

Dettaglio della corona
con angeli e draghi

La valutazione dello stato di fatto dell’accordatura può dare luogo alle seguenti categorie di giudizio:

-- Accordatura corretta, nel rispetto degli intervalli della scala musicale;
-- Accordatura discreta, con imprecisioni presenti ma non particolarmente sensibili;
-- Accordatura difettosa, con imprecisioni molto evidenti.

In fase di giudizio, tuttavia, è necessario tenere conto del fattore storico. Se un concerto moderno dovrebbe sempre possedere i migliori requisiti di precisione musicale, un concerto storicizzato può presentare imperfezioni dovute alle capacità e mezzi a disposizione dei fonditori del passato, imperfezioni che, a seconda dell’entità, possono essere considerate difetti, o semplicemente caratteristiche.
Le vicende che nel tempo hanno interessato un concerto di campane, come ad esempio le rifusioni o l’ampliamento della scala musicale tramite l’aggiunta di campane nuove, sono elementi che possono aver modificato le condizioni originarie di accordatura, pertanto l’indagine storica assume sempre un’importanza fondamentale.
L’entità delle imperfezioni, ed il contesto culturale e musicale nel quale è inserito il concerto di campane oggetto di giudizio, possono indurre l’esperto campanologo a voler consigliare un intervento di rettifica tonale, intervento che – è bene sottolinearlo – porterà in ogni caso ad un miglioramento del concerto nel suo complesso, a condizione che venga eseguito da maestri accordatori di provata competenza e capacità.

UNIFORMITA’ TIMBRICA

Il giudizio sull’Uniformità Timbrica non identifica la qualità di un concerto in senso assoluto, ma valuta le modalità con cui le campane, indipendentemente dalla loro qualità individuale ed oggettiva, interagiscono rapportandosi fra loro all’interno di un concerto.
Se l’accordatura nominale è quella che assume l’importanza maggiore, in quanto basata sull’altezza musicale delle note più evidenti ossia quelle di battuta, l’uniformità timbrica assume invece un carattere di complementarietà, ed il relativo giudizio può concedere maggiori spazi alla soggettività di interpretazione.
La presenza di uniformità timbrica è indubbiamente favorita dalla similitudine, in termini di caratteristiche tonali ed espressività, delle campane che costituiscono un concerto.

La constatazione del grado di uniformità richiede un’indagine articolata nel modo seguente:

-- Analisi tonale delle singole campane con comparazione dei dati e delle caratteristiche riscontrate;
-- Ascolto del suono dinamico d’assieme: constatazione del livello di presenza (in termini di intensità e leggibilità di suono) delle singole campane; rilevazione di eventuali interazioni, sovrapposizioni tonali, fasi, suoni battimentati.

Un’accordatura nominale corretta non sottintende automaticamente la certezza dell’uniformità timbrica. La presenza di una sostanziale uniformità timbrica può avere luogo anche in presenza di irregolarità nelle altezze nominali, anche se il grado di uniformità è indubbiamente più limitato rispetto a quello che si avrebbe con il concerto bene accordato.
L’uniformità è più facilmente rilevabile in concerti realizzati in un’unica fusione, o comunque con campane fabbricate dalla medesima ditta in momenti differenti ma ravvicinati.
L’uniformità timbrica può dare luogo al fenomeno fisico denominato effetto sinergico del suono d’assieme, grazie al quale ogni singola campana, beneficiando di fasi ed interazioni, presenta una superiore espressività quando suona assieme alle altre anziché singolarmente.

La presenza di una buona uniformità timbrica costituisce indubbiamente un dato di fatto positivo, ma non sempre si tratta di un requisito indispensabile per definire la buona qualità di un concerto.
Un alto livello di uniformità, unito ad un buon effetto sinergico, agevola soprattutto le campane dotate singolarmente di caratteristiche non esemplari, e che solo nel suono d’assieme risultano pienamente valorizzate; in questo caso l’attenzione dell’ascoltatore si concentra più sul concerto intero che non sulle singole voci. Al contrario, un concerto meno uniforme e con un effetto sinergico limitato, ma con al proprio interno campane di buona qualità e di forte carattere, richiama maggiormente l’attenzione sulle positive caratteristiche e sulla personalità distinta di ogni singola voce.

Il giudizio sull’uniformità timbrica può essere sintetizzato nel modo seguente:

-- Concerto omogeneo ed equilibrato. Notevole effetto sinergico del suono d’assieme, grazie al quale ogni singola campana manifesta un’espressività superiore quando suona assieme alle altre anzichè singolarmente. Le caratteristiche individuali delle campane appaiono in secondo piano rispetto al suono d’assieme.
-- Concerto abbastanza omogeneo. Limitato effetto sinergico del suono d’assieme, ogni singola campana rimane distinta e leggibile nella propria individualità.
-- Concerto non omogeneo, che nel suono d’assieme penalizza l’espressività delle singole campane.

La presenza di disuniformità timbriche in campane contraddistinte da una certa storicità costituisce una caratteristica che deve in ogni caso essere rispettata.
Un intervento di rettifica tonale limitato alle sole note nominali agisce esclusivamente sull’altezza musicale delle battute, migliorando l’insieme del concerto senza intaccare le caratteristiche timbriche delle singole campane, tale tipologia di intervento – alle condizioni viste precedentemente – può essere accettata anche nell’ambito di un contesto storico.
La rettifica dei toni parziali con la conseguente modifica timbrica – operazione oltremodo delicatissima e che richiede una competenza di altissimo livello – deve invece essere consigliata esclusivamente per campane di recente fabbricazione.
 


Grosio (SO), S. Giuseppe
Campana LA2, Ø mm 1795, kg 3434, anno 1908 Giorgio Pruneri
Dettaglio della corona

-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

 

4. CONSIDERAZIONI PER UN GIUDIZIO DI TIPO COMPARATIVO

Riassumiamo ora le operazioni specifiche che, come abbiamo visto, costituiscono l’essenza del giudizio campanologico:

1.
Contesto di valutazione (indagine storica, misurazioni e compilazione della tabella tecnica, indagine sul sistema di montaggio e sui fattori di condizionamento della resa acustica);
2.
Giudizio di qualità sulla campana singola (nota di battuta, struttura tonale, sviluppo del suono, classificazione di qualità);
3.
Giudizio di qualità sul concerto di campane (accordatura nominale, uniformità timbrica).

Terminato lo svolgimento di queste importanti operazioni, è opportuno concludere l’elaborato tirando le somme del lavoro svolto.

La parte conclusiva di un giudizio campanologico consente, entro certi limiti, la comparazione e la contestualizzazione qualitativa delle campane oggetto di studio, a condizione che vengano delimitate e rispettate con precisione le categorie di appartenenza, soprattutto in riferimento all’epoca storica di fusione. Le comparazioni qualitative concedono a volte troppo spazio all’interpretazione personale e quindi non sono sempre facili da sostenere. Ognuno è libero di esprimere le proprie preferenze, ma ciò non deve avvenire nell’ambito di un giudizio campanologico, nel quale invece è richiesta la giustificazione scientifica di ogni affermazione. Diviene quindi necessario, per poter conferire sostenibilità e dimostrabilità alle proprie tesi, porre delle precise condizioni delimitando il contesto di riferimento del giudizio comparativo.

Nei giudizi campanologici non devono mai comparire espressioni di questo genere: “Questo concerto di campane è migliore di quest’altro concerto”, ma più correttamente si può affermare: “Queste campane costituiscono uno dei più interessanti concerti …” specificando la contestualizzazione alla quale si sta facendo riferimento. Gli esperti campanologi di area tedesca, per esempio, nei loro giudizi, usano espressioni come questa: “Eine der schönsten und wertvollsten Glocken dieser zeit” (una delle più belle e pregiate campane del suo tempo).

Le condizioni per un giudizio di tipo comparativo sono riassumibili nelle seguenti categorie:

-- Delimitazione temporale
-- Tipologia di Sagoma
-- Ambito territoriale

DELIMITAZIONE TEMPORALE

L’epoca storica deve essere definita innanzitutto con l’individuazione della forma della campana e dell’epoca storica di appartenenza in senso generico (Documenti di Campanologia II. EPOCA STORICA DI FUSIONE E FORMA DELLA CAMPANA); successivamente è necessario effettuare una precisa Delimitazione temporale utile a contestualizzare con precisione il contesto storico di giudizio, e a limitare ogni eventuale comparazione qualitativa in quel preciso contesto.

La Delimitazione temporale, per le campane, può essere convenientemente effettuata nel modo seguente:

-- Fino al sec. X;
-- Secoli XI - XII;
-- Secoli XIII - XIV;
-- Secolo XV;
-- Secolo XVI;
-- Secolo XVII;
-- I metà del secolo XVIII;
-- II metà del secolo XVIII;
-- I metà del secolo XIX;
-- II metà del secolo XIX;
-- Dalla fine del secolo XIX alla I Guerra Mondiale (1890 – 1914);
-- Ventennio compreso fra le due Guerre Mondiali (1920 – 1940);
-- Ultimo dopoguerra (1946 – 1955);
-- Campane moderne dal Convegno di Limburg (1951) ai giorni nostri.

Monza, Duomo
Campana LA2, Ø mm 1735, kg 3315, anno 1741 Bartolomeo Bozzio, Milano
particolare delle decorazioni barocche con il Crocifisso

TIPOLOGIA DI SAGOMA

La Tipologia di sagoma (Documenti di Campanologia III. TIPOLOGIA DI SAGOMA) costituisce un altro importante elemento di delimitazione comparativa.
Il giudizio comparativo può essere possibile fra campane appartenenti alla medesima tipologia di sagoma, o fra campane di tipologia ravvicinata (ad esempio, fra una campana leggera ed una medio – leggera, oppure fra una campana medio – pesante ed una pesante, e via dicendo). Si devono invece evitare comparazioni qualitative fra categorie lontane (ad esempio, fra una campana leggera ed una medio – pesante).

AMBITO TERRITORIALE

L’Ambito territoriale è un ulteriore aspetto di delimitazione qualitativa, nel quale possono essere individuate più facilmente affinità di tipo storico, culturale e musicale.
Per ambito territoriale si intende un’area geografica generalmente più piccola rispetto ai confini di uno stato, come le macro – regioni campanologiche (per esempio l’area Triveneta – Lombarda, o il Tirolo austriaco e italiano), le regioni, le province, i territori comunali, oppure determinate aree nelle quali è diffusa una specifica tradizione di suono.
Quanto più viene ristretto l’ambito territoriale, tanto più si limita il numero delle campane a disposizione su cui effettuare le opportune valutazioni, di conseguenza le comparazioni qualitative divengono maggiormente sostenibili e giustificabili.
Le considerazioni relative all’ambito territoriale possono essere adottate, come linea di principio, anche nel caso di comparazioni fra campane realizzate dalla medesima fonderia.


Fondo (TN),
Chiesa parrocchiale Campana DO3, Ø mm 1475, kg 1950, anno 1764 Giuseppe Ruffini
Particolare della calotta con caratteristico rigonfiamento perimetrale, e dettaglio delle decorazioni barocche

Riprendendo quanto affermato inizialmente riguardo l’ufficialità che lo può contraddistinguere, aggiungiamo che il giudizio campanologico può divenire un documento storico, trovare spazio in eventuali pubblicazioni, o comunque venire conservato in un archivio parrocchiale a testimonianza dell’impegno e della passione di chi lo ha elaborato, e a disposizione di chi, ora come in futuro, desiderasse svolgere ricerche specifiche su determinate campane ed effettuare indagini approfondite basandosi sui documenti esistenti.

CAMPANE D’ITALIA DI RILEVANZA CAMPANOLOGICA
CLASSIFICATE IN BASE ALLA DELIMITAZIONE TEMPORALE

-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

I contenuti del sito sono di proprietà esclusiva dell’Associazione e dei rispettivi autori, tutti i diritti sono riservati.

Copyright © 2007-2016

--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------