Chi si interessa di campanologia e, in generale, di campane e campanili, è certamente consapevole del fatto che la campana, per emettere un suono, ha bisogno di essere colpita, anche piuttosto violentemente per poter essere udita a distanza, dal proprio battaglio o da un percussore. La teoria insegna infatti che la campana è un idiofono, cioè non vi è distinzione tra sorgente sonora e corpo dello strumento, ma è l’intero vaso che, urtato, entra in vibrazione ed espande attorno a sé le proprie onde acustiche.
La massa metallica costituente il vaso bronzeo, tuttavia, è in grado di reagire in senso opposto: le vibrazioni del volume d’aria circostante, che in termini informali possiamo indicare con rumori ambientali, sono capaci, s...
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