8. Definizioni di CAMPANOLOGIA e CAMPANOLOGO

Per la prima volta, in Italia, si discute in modo specifico di “CAMPANOLOGIA”.

Il termine, di notevole valenza in ambito mitteleuropeo, da qualche tempo è entrato a far parte del linguaggio comune. Rispetto ad un tempo, ci troviamo di fronte all’esigenza di una conoscenza più approfondita dell’argomento “campana”. Dinanzi a tale esigenza, certamente positiva, è necessario chiarire il significato del termine “Campanologia”, per evitarne un inutile abuso o una perdita di significato.

In Italia l’identità delle campane è prevalentemente espressa da coloro che, ancora oggi, si dedicano a suonarle. Sono infatti molteplici le tradizioni di suono, tuttora praticate da numerosi gruppi a loro volta riuniti in associazioni. Gli stessi suonatori però, pur dedicandosi con grande cuore e dignità al suono dei sacri bronzi, sono quasi sempre privi di un’adeguata preparazione, poichè è sempre mancata loro una formazione culturale in senso campanologico.

Inoltre, se si eccettua l’interesse da parte di chi le suona, le campane sono considerate come un accessorio, utile ma non indispensabile agli usi liturgici. I parroci in genere dedicano poco interesse alle campane, e varie ditte di manutenzione ed installazione approfittano spesso dell’ignoranza e del disinteresse dei committenti per eseguire lavori in modo superficiale o inadeguato. I limiti legislativi imposti dalle soprintendenze, molto precisi in materia di restauro e recupero, sono spesso latenti o difficilmente interpretabili in materia di campane.

In area mitteleuropea vi è una cultura musicale superiore alla nostra ed anche una maggiore sensibilità e attenzione nei confronti delle campane, le quali, oltre ad essere sistematicamente oggetto di studio, vengono considerate come veri e propri strumenti musicali della liturgia.

In paesi quali Germania, Austria, Svizzera, Francia, Olanda, Belgio, la cultura campanologica ha una grande valenza ed è attiva attraverso associazioni al cui interno operano esperti di fama internazionale. La campanologia pone le linee guida nello studio storico e tecnico-musicale, e introduce precisi vincoli progettuali con valenza legislativa nei restauri e nella fusione di nuove campane.

Dall’epoca medievale fino ai giorni nostri, i fonditori attivi in questi paesi sono stati e sono tuttora i più capaci in assoluto, e lo testimoniano le campane di ogni epoca che possiamo tuttora ascoltare. Ma la bravura dei fonditori, espressione di notevoli ricerche tecnico-scientifiche ininterrotte nei secoli, è stata sempre supportata in modo determinante dalle esigenze dei committenti. Attualmente, le ditte più preparate d’Oltralpe sono in grado di controllare l’intera struttura tonale delle campane, ed i margini di incertezza sul risultato finale risultano quasi del tutto assenti.

 

Il dizionario della lingua italiana non dà alcuna definizione di Campanologia, così come le più autorevoli enciclopedie musicali. La parola comunque, presa alla lettera, significa “studio della campana”.

L’esperienza condivisa con vari colleghi, unita a riflessioni sul significato che il termine assume qualche centinaio di chilometri più a nord, ci permette di dare le seguenti definizioni:

 

CAMPANOLOGIA:  DISCIPLINA CHE STUDIA LA CAMPANA NELLA SUA UNIVERSALITA’ E IN TUTTI I SUOI ASPETTI.

                                   Universalità:    Valori e significati (religioso, comunitario, ecc...)

                                    Aspetti:                       Tecnico – scientifico, storico, ecc...

 

CAMPANOLOGO:   COLUI CHE PERSEGUE, CON INTERESSE E PASSIONE, UNA CULTURA ED UNA FORMAZIONE CAMPANOLOGICA COMPLETA.

 

La Campanologia è una disciplina estremamente complessa che abbraccia in modo completo un argomento di grande fascino ed interesse quale è appunto quello rappresentato dalle campane. Nell’ambito di tale complessità, ogni Campanologo può perseguire in modo soggettivo una specializzazione.

Però è necessaria una valida ed efficace preparazione su tutto, perchè nessun aspetto può essere separato dagli altri. Ne consegue, per esempio, che un ricercatore storico d’arte campanaria, se è disattento alle conoscenze scientifiche, non può essere considerato un Campanologo, così come non lo può essere considerato un bravo tecnico analista del suono se a sua volta ignora gli aspetti storici. E soprattutto, non ci si può accostare in modo appropriato alla campanologia se, accanto ai molteplici aspetti considerati, ci si dimentica di quello religioso, legato indissolubilmente alle campane come espressione di Fede Cristiana.

La scienza campanologica esprime giudizi certi ed inequivocabili sulla qualità delle campane. Secondo quanto affermato da alcuni esperti d’Oltralpe, un giudizio di qualità è da ritenersi oggettivo ed assoluto per una percentuale indicativa dell’80%, mentre il restante 20% può variare in base alla soggettività del campanologo. In pratica, ogni campana viene sostanzialmente valutata in base ad indiscutibili metodologie scientifiche, ma è necessario considerare, anche se in minima parte, l’emozionalità e la soggettività dell’ascoltatore esperto.

Il campanologo, in ogni caso, deve possedere una preparazione ed una maturità tali da consentirgli di distinguere sempre l’oggettività scientifica di giudizio dall’emozionalità d’ascolto, e di superare quei vincoli  preferenziali dovuti a legami affettivi per determinate campane.

Orecchio assoluto: Consiste nella capacità di individuare, mediante il semplice ascolto, una nota musicale con minimi margini di incertezza, permettendo quindi, nel nostro specifico settore, l’assegnazione delle note musicali alle campane. L’orecchio assoluto è un dono di natura, raro, che se correttamente utilizzato risulta di validissimo aiuto, ma non costituisce un discriminante poichè si può essere campanologi anche senza di esso. In ogni caso, orecchio assoluto non significa orecchio esperto: chi è dotato dell’orecchio assoluto deve necessariamente perseguire un’educazione all’ascolto musicale con costanza e pazienza.

 

In conclusione, è opportuno aggiungere un’ultima riflessione. La campanologia non deve essere vissuta in modo esclusivo ed individuale, ma è un’esperienza di confronto e condivisione. Il mettere in comune i frutti del proprio personale impegno, mediante momenti opportuni di scambio ed aggiornamento, è fondamentale per la crescita personale e per l’arricchimento reciproco delle proprie conoscenze.

In campanologia, infine, bisogna essere consapevoli del proprio valore e delle proprie capacità, ma anche dei propri limiti, pertanto è necessaria anche la dote dell’umiltà. E’ necessario saper valorizzare ogni osservazione fatta da altri, anche da parte di chi possiede una preparazione inferiore alla nostra, in quanto ogni pensiero può sempre generare nuovi approfondimenti e fornire nuovi stimoli di ricerca.

Infine, non esiste un punto di arrivo, poichè la ricerca campanologica non può e non deve mai arrestarsi.

 

Matteo Padovani, 2007